Da secoli le generazioni sgomitano e il nuovo vince, sempre. Dalla metà del XX secolo l’accelerazione si è fatta incalzante e – di vent’anni in vent’anni – si procede spediti come mai in precedenza. Tanto che i padroni del presente e del futuro ormai hanno un nome: i Boomers, nati tra il 46 e il 64, la Generazione X, quella dei nativi dal 65 all’80, i Millennial, che si sono affacciati dall’80 al 95 e la Generazione Z, coloro che hanno visto la luce dal 96 al 2010, i più temibili, i più giudicanti.

Paolo Rossi diventò, nei giorni abbaglianti del Mundial di Spagna del 1982, un nostro figlio, un nostro fratello, un nostro amico, così caro e così vero. Fu lui, quel centravanti dal sorriso come un raggio di sole, a farci sentire al centro dell’universo e del cuore, italiani orgogliosi, uniti e felici, nel pieno di un delirio di passioni, colori e sentimenti.

Il periodo tra fine Ottocento e primo Novecento (1870 – 1914) viene ricordato come il periodo delle grandi trasformazioni conseguenti alla rivoluzione industriale che in Italia però ha avuto una progressione più lenta rispetto agli altri grandi Paesi europei.

Cercare di fotografare il Natale è cosa assai complessa in quanto la parola nasconde infinite declinazioni: possiamo fotografare la riproduzione della nascita di Gesù, immortalando presepi, angioletti, decorazioni e alberi carichi di orpelli tra pacchi, pacchettini, bambini urlanti, nonni attoniti, madri trafelate, oppure possiamo dedicarci all’invenzione del Natale moderno fra file di luci colorate, vetrine decorate, costruzioni luminose poste nelle piazze di paesi e città.

Sono trascorsi cinquant’anni dal tentato golpe Borghese del 7 e 8 dicembre 1970. Fu un fatterello insignificante di pochi insorti piuttosto velleitari, che lo stesso Borghese bloccò sul nascere e che al processo si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati, Borghese compreso, che preferì restare (e morire) in Spagna, dove era fuggito per scampare all’arresto.

Totalmente presi come siamo dall’assalto del recente Covid-19, dimentichiamo che, in circolazione, di virus meno letali ma ugualmente infettanti ce ne sono in abbondanza. Non occorre essere accademici della Crusca per notare quanto la lingua italiana venga costantemente vilipesa dall’infiltrazione di termini e di espressioni anglo-americane.

Gesualdo Bufalino, nato a Comiso il 15 novembre del 1920, insegnante all’istituto magistrale di Vittoria, come scrittore, nasce quasi per caso, suo malgrado, e in tarda età. Infatti, nel 1978 la casa editrice Sellerio pubblica un libro fotografico su Comiso, curato da Gesualdo Bufalino che è anche autore della introduzione al libro.

Ancora non riesco a crederci: Diego Armando Maradona è morto. Dieguito non c’è più, se ne è andato a 60 anni, lasciandoci più soli: noi che lo abbiamo amato per la sua fantasia, la sua bellezza e la sua arte sul prato verde. Lui, che ha saputo trasformare un pallone in uno scrigno di bellezza e meraviglie.

In questo autunno 2020, il Time sceglie come tema portante il futuro. ‘The Great Reset’, titolano le sue storiche lettere. Le stesse che hanno campeggiato su ‘uomini dell’anno’ come Nixon e Hitler. How to Build a Better World, come costruire un mondo migliore.

Ho letto divertito la saga: zio Donald e nonno Joe su “Nel Futuro”, a cui sono seguiti commenti un tantino piccati. Personalmente non mi sono sognato di commentare dei pezzi chiaramente comici e quindi, nemmeno sottolineare che zio e nonno, nella realtà sono praticamente coetanei dal momento che tra loro esistono 4 anni di differenza.