EDITORIALE
BOOMERS vs CATTIVA POLITICA
Guido Barosio
La coda anagrafica dei Millennial e la Generazione Z senza padri autorevoli sono destinate a smarrirsi.
Il problema non è nella qualità delle generazioni, ma nelle scelte di coloro che sono stati espressi dalle generazioni precedenti. La coda anagrafica dei Millennial e la Generazione Z senza padri autorevoli sono destinate a smarrirsi. Perché manca il collegamento, la connessione è andata perduta. La politica è solo il test più evidente. Abbiamo tanti figli ma pochi veri padri, ovunque ci sono imprenditori ma rarissimi maestri. I cinquantenni e i sessantenni di oggi non cercano eredi, preferiscono lo specchio di narciso. E si scandalizzano quando una deputata neozelandese, tale Swarbrick, li prende per i fondelli con l’ormai celebre ‘Ok Boomer’. Che poi ignora – perché l’ignoranza è giovane – che sono Boomer: Barak Obama, Steve Jobs, Bill Gates, Bruce Springsteen, Marina Abramovic, David Bowie, Luis Sepulveda, Diego Armando Maradona e tutti gli eroi del Mundial 82. Provate a cercare gli epigoni tra i Millennial e riderete di gusto. E quindi? E adesso? Una cosa è certa: gli amministratori (italiani e non solo) di questo prossimo 2021 non dovranno progettare l’immediato ma gettare le basi per il prossimo decennio. Un impegno che coinvolge anche il mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dell’architettura che deve immaginare i nuovi spazi dove vivere e dove abitare. Questo non sarà solo un dopoguerra, ma una rivoluzione epocale del pensiero e del modo di agire. Ce lo chiede il pianeta dove abitiamo, la nostra salute, la nostra ormai inadeguata economia. Serve un patto (tacito o evidente) transgenerazionale. Serve l’imposizione del merito e del talento, serve una selezione delle risorse umane migliori che va persino oltre il concetto di democrazia. L’Italia conserva nella sua storia il modello al quale ispirarsi, ed è il Rinascimento, che fu l’alba di un nuovo sole, dove l’uomo guardava oltre gli orizzonti ed esaltava arte, scienza e natura, tutte parti della medesima armonia. Solo un mondo così vince la paura, perché la paura, in un mondo così, non ha cittadinanza. Nella terra di confine che stiamo esplorando ci viene un soccorso una nuova definizione: Perennial, questa si transgenerazionale. Il Perennial è un Boomer, o una Generazione X, protagonista del presente indipendentemente dall’età, ingaggiante per vocazione, un curioso sempre in fiore che sa come e quando azzardare, tecnologicamente allineato ma consapevole che i libri veri sono fatti di carta e che la rete è ‘grande’, ma una biblioteca ancora di più, che sa stringere amicizie e alleanze indipendentemente dall’età, che non ha paura dei più giovani perché sa e vuole trasmettere. Ce ne sono? Sicuramente si, ma tanti non sanno ancora di esserlo. I confini (tutti i confini) sono caduti, ed è il tempo di guardarsi intorno con urgenza, perché il mondo non ha mai avuto così fretta. La stagione dei mediocri (di questi mediocri) non è destinato a durare, come ogni pandemia ha in se il destino della sconfitta. Ma non possiamo permetterci una seconda ondata, solo una tenace alleanza tra generazioni differenti, e sanate da sterili conflitti, può portare alla guarigione. Ed è guarigione la flag word dell’anno venturo.