Si sta facendo strada una convinzione che identifica le donne come un popolo sottomesso, solo in parte liberato da una modernità che continua, magari in modo occulto, a discriminare le femmine, definirle esclusivamente o quasi secondo canoni estetici, per poi ucciderle quando non ubbidiscono o si sottraggono ai propri doveri.
L’identità dell’individuo nella società globalizzata in cui viviamo è fortemente in crisi. La causa va ricercata nella confusione di piani che si va sempre più evidenziando e che purtroppo spesso sfocia in uno stato di dilagante e preoccupante sottocultura. Purtroppo molti identificano la parola cultura con il proprio apparire,
senza alcun approfondimento dei contenuti e con un approccio superficiale a tematiche che richiederebbero ben altra conoscenza.
Da ogni parte si leva l’usurata espressione “i nostri giovani sono a rischio di futuro”, quasi una recitazione meccanica inserita in aridi discorsi che non fanno intravedere significativi cambiamenti. Intanto i vuoti educativi si moltiplicano e i nostri giovani, che sembrano avere tutto, in realtà non hanno niente. È bene che gli adulti educanti, e lo siamo tutti, si assumano la responsabilità di un tale disastro. Quali sono le basi di futuro che abbiamo confezionato per i nostri giovani?
Ogni rosa pregna di intenso profumo, narra, quella rosa, i segreti del Tutto (Gialāl al-Dīn Rūmī-Masnavī). Rosa rosae, una rosa è una rosa, ma ci sono coloro che ne lamentano le spine, dissolvendo ai loro sensi e alla mente la consapevolezza del fiore. L’intensità del suo profumo attrae e seduce tutti, dagli insetti a cui è delegato il compito dell’impollinazione e del loro sviluppo in natura, al raffinato olfatto di una donna che sceglie proprio quel fiore come il suo preferito.
“Partendosi di là e andando tre giornate verso levante, l’uomo si trova a Diomira, città con sessanta cupole d’argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo, un gallo d’oro che canta ogni mattina su una torre. Tutte queste bellezze il viaggiatore già conosce per averle viste anche in altre città.
Il Governo Draghi mettendo insieme forze politiche avversarie segnerà il trionfo del trasformismo? “Trasformista” è un termine usato in senso spregiativo per qualificare negativamente chi cambia facilmente opinione e, in politica, chi lo fa con spregiudicatezza, cinismo e mero calcolo opportunistico. In realtà la pratica del trasformismo politico italiano ha una storia un po’ più complessa e forse nobile.
Nella tragedia di Sofocle Edipo uccide il padre e sposa la madre: prima del capolavoro, il mito, più tardi, molto più tardi, Sigmund Freud. Difficile trovare nella cultura occidentale qualcosa di più persistente. Proviamo a metterla in politica. Sovente i padri annichiliscono, mettono in scena confronti imbarazzanti e insostenibili, così – se metaforicamente non li uccidiamo – qualsiasi progresso ci appare sogno irraggiungibile nel mare in tempesta.
La chiamavano la Venere nera, la bella creola con la pelle color ambra antica, al secolo Freda Joséphine Baker, venuta da un’America difficile per lei, quella del proibizionismo dei primi anni del ‘900, quella del colonialismo, del razzismo, della discriminazione, quell’America che mai la amò e che lei combatterà, nata nel 1906 in un quartiere poverissimo di Saint Louis, nel Missouri, non voluta dalla famiglia del padre naturale perché i suoi avi materni furono schiavi ma ricca di una bellezza e di una forza interiore che la porteranno a conquistare le platee di tutto il mondo, fino a diventare una delle più grandi protagoniste del mondo dello spettacolo del ventesimo secolo.
Occuparsi della questione femminile non dovrebbe essere prerogativa delle sole donne, ma essere posto in cima alle priorità dell’agenda politica italiana. Non si tratta, infatti, di una mera rivendicazione di diritti , peraltro sanciti dalla Costituzione, o di una elitaria discussione teorica, ma riguarda la crescita e lo sviluppo del nostro paese nella sua interezza. Non c’è sviluppo se metà della popolazione non è giustamente valorizzata.