CULTURA

VOGLIA D’ARTE

Donatella D’Angelo

Hanno riaperto i Convegni, Teatri, Musei, Dimore Storiche, Mostre ma molto si è puntato su rievocazioni e anniversari.

Dopo due anni di segregazione sono state recuperate tutte le modalità di prima della pandemia per poter attrarre ed avere le presenze, non solo degli interessati a mare e montagna, ma anche a luoghi di Cultura, fonte di benefici diretti ed indotti. Hanno riaperto i Convegni, Teatri, Musei, Dimore Storiche, Mostre ma molto si è puntato su rievocazioni e anniversari. Sfortunata quella del” Divin Pittore “a Roma, nei 500 anni della morte di Raffaello, inaugurata e subito chiusa, nonostante il solerte adeguamento ai DPI della direzione delle Scuderie del Quirinale. Si è passati quindi a Leonardo, con celebrazioni in tutte le città vissute dal Genio fiorentino, poi Dante, con le doverose, sacrosante celebrazioni al Padre della nostra bella ma bistrattata lingua. Anche per Dante pressoché in tutti luoghi da lui visitati sia come ambasciatore di Firenze a Siena, a San Gimignano, poi da esule in tutta la penisola. Un mese fa, i 100 anni della scomparsa del più grande Tenore di tutti i tempi, ricordato a Napoli, Sorrento, Lastra a Signa, dove la sontuosa Villa di Bello sguardo, è diventata Museo. Queste le più celebri come impatto emotivo, dato il richiamo dei nomi.

C’erano però anche due torinesi illustri, Giacomo Balla, e Alberto Sartoris di cui celebrare i 150 anni della nascita del primo, ed i 120 dalla nascita del secondo. Per Giacomo Balla, nato a Torino il 18 luglio 1871, e qui diplomatosi all’ Accademia Albertina, Roma ha dedicato al MAXXI una bella Mostra.

Giacomo Balla, una personalità complessa che lo porta a spaziare dalla pittura all’, antropologia criminale, tanto da essere seguace di Lombroso, esordì nella città di nascita, esponendo alla Promotrice di Belle Arti e dopo un breve periodo figurativo e divisionista, divenne il massimo esponente del Futurismo. Su Alberto Sartoris il nulla assoluto, ho cercato da gennaio insieme ad amici, di sensibilizzare politici e direttori di Musei, anche di vaste proporzioni, ci sarebbero occorsi anche solo 200 mq, per ospitare un ricordo su entrambi. Risposte evasive, di cortesia formale, di convenienza e nulla più. Per ricordare chi fosse Alberto Sartoris Architetto designer prima futurista poi razionalista, rimando ad un mio non esaustivo, anzi riduttivo articolo, https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/29/elena-luzzatto-e-alberto-sartoris-due-architetti-razionalisti-che-e-importante-ricordare/6147721/.

Sartoris, come molti torinesi di valore, ebbe anche in vita più successo fuori, che nel luogo di nascita, progettò molto in varie città italiane all’estero, esiste inoltre un archivio immenso ed interessante, in cui tra l’altro delinea le figure di esponenti della Cultura e della Politica da lui incontrati, tra cui Mussolini.   Insomma per questi due immensi personaggi torinesi, sempre valida la locuzione latina, ahimè anche dopo la morte, “Nemo propheta in patria”!