CULTURA

ALLA SCOPERTA DI LEONARDO SCIASCIA, DELLA SUA TERRA, DEI SUOI LUOGHI

Salvatore Vullo

“Sono stato un uomo che ha ricordato anche le cose che gli altri hanno voluto dimenticare”

In questo centenario della nascita di Leonardo Sciascia (1921-20121), sono tante le iniziative celebrative programmate, ancorché limitate dalla pandemia, e davvero tanti i libri pubblicati per l’occasione sullo scrittore, morto nel 1989. In questa sede ne propongo  alla attenzione uno uscito nelle settimane scorse dal titolo “Dalle parti di Leonardo Sciascia – I luoghi, le parole, la memoria”, di Salvatore Picone e Gigi Restivo, Zolfo editore. Un libro particolare che parla del paese, Racalmuto, della terra dove Sciascia è nato, cresciuto, vissuto, e che lo accoglie nel suo eterno riposo. Un paese e una terra che hanno ispirato profondamente le opere letterarie di Sciascia, e che ne conservano tutte le tracce, le testimonianze fisiche, i luoghi della memoria. Un paese e una terra dove vivono anche  gli autori del libro che quindi conoscono bene, e dei quali ho avuto modo di apprezzare il loro costante  impegno civile, politico, culturale nell’opera di studio, ricerca, valorizzazione e rinascita, per quella terra che, mi permetto di dire, ne ha un disperato bisogno. Racalmuto, dunque, in provincia di Agrigento, nell’entroterra che diventa già Sicilia interna; in quel vasto territorio cuore della Sicilia; un cuore geografico, ma anche un luogo del mito, arcaico, ancestrale. E’ la Sicilia in gran parte aspra, brulla, selvaggia, silenziosa e persino desolante, dove possiamo trovare ancora lo spirito integrale del feudo, del latifondo, imperante da secoli, che ne ha plasmato il paesaggio agrario e rurale e persino il carattere e l’indole degli uomini.  Racalmuto, inoltre, si trova nel bacino delle miniere di zolfo e di salgemma; quelle zolfare, soprattutto, nate e sviluppate verso la fine del 1800 e rimaste  attive fino agli anni ’60 del secolo scorso, e dove avevano  lavorato anche il padre e il fratello dello scrittore. Il libro, che descrive questo contesto, ha anche il merito, indirettamente, di riprendere e riproporre quel progetto denominato “Alla scoperta di Leonardo Sciascia, della sua terra, dei suoi luoghi” su cui da diversi anni vede impegnata l’amministrazione e la comunità di Racalmuto, compresi i due autori del libro; un progetto, incentrato sui luoghi Sciasciani, che costituisce una grande risorsa culturale turistica, ancora scarsamente sfruttata rispetto alla sua grande potenzialità. Basti pensare al percorso di visite che propone Racalmuto con i luoghi Sciasciani: la statua bronzea di Leonardo Sciascia, a dimensione naturale, nella centralissima via Garibaldi; la chiesa Madre; lo storico circolo Unione; il circolo degli zolfatai e salinai; il prestigioso teatro Regina Margherita; il santuario Maria Santissima del Monte; la casa natale di Sciascia, ora diventata “Casa Sciascia”, luogo di cultura e di esposizioni di cose “Sciasciane”; la scuola elementare, che propone l’aula, così com’era negli anni ‘50, dove insegnò per tanti anni lo scrittore.

Quindi, il sito più importante e imponente:  l’edificio della ex centrale elettrica, ristrutturato, dove ha sede la Fondazione Leonardo Sciascia, che offre un vero e proprio articolato e interessante percorso museale; esso comprende tutte le edizioni, italiane e straniere, dei suoi libri (Sciascia è stato uno degli autori più tradotti e diffusi nel mondo); gli oltre 2000 volumi della sua biblioteca; tutte le lettere e corrispondenze che Sciascia ha avuto, in cinquant’anni di attività, con un infinito numero di scrittori e importanti personaggi italiani e stranieri; una preziosa collezione di ritratti di scrittori; tanti altri documenti, opere artistiche, cimeli di grande interesse storico e letterario, foto, manifesti e locandine riguardanti gli allestimenti teatrali, i film tratti dalle opere, eventi di vario genere.  Poco fuori dall’abitato c’è la casa di campagna, in contrada Noce, della famiglia, dove lo scrittore trascorreva le vacanze estive e dove ha scritto gran parte dei suoi libri. Sempre nella campagna racalmutese si possono visitare le “Grotte” di Fra Diego La Matina (tombe rocciose di epoca Sicana) dove visse, nel 1600, questo frate eretico, condannato al rogo per aver ucciso, durante la sua detenzione in carcere a Palermo, l’Inquisitore Juan Lopez De Cisneros: una storia che Sciascia raccontò nel suo libro “Morte dell’inquisitore”. Una visita merita anche la tomba di Leonardo Sciascia, dove riposa assieme alla moglie Maria Andronico, semplice, nella terra, con una lapide di marmo su cui è incisa la frase di Villiers de L’Isle-Adam “Ce ne ricorderemo di questo pianeta”; aveva detto Sciascia: “Vorrei averla sulla mia tomba questa frase: sono stato un uomo che ha ricordato anche le cose che gli altri hanno voluto dimenticare. E che continuerò a ricordare, cioè ad essere scrittore, anche nell’al di là…” Ovviamente Racalmuto offre altri siti interessanti da visitare, come l’imponente castello dei Chiaramonte di epoca Normanna, al centro del paese, sede di mostre e manifestazioni; inoltre, passando alla cultura materiale nel paese si possono degustare piatti e specialità della migliore tradizione enogastronomica siciliana e soprattutto quelle specialità Racalmutesi che Sciascia, da profondo conoscitore di quel mondo contadino, dei prodotti della terra, dei cibi, ha magistralmente descritto e citato nelle sue opere letterarie, o che egli amava preparare personalmente.  Possiamo dedurre che tutto ciò rappresenta una grande risorsa,  un modulo da proporre, in maniera evolutiva e organizzata, ad un pubblico,  potenzialmente vasto, di turisti visitatori che vogliono scoprire questi itinerari interessanti e pieni di fascino, suggestioni, emozioni e sapori.  Ovvero, come Racalmuto con i suoi luoghi e itinerari Sciasciani, letterari e materiali, importanti di per sè, possano anche contribuire  al rilancio dell’immagine e dell’accoglienza della Sicilia e della sua offerta culturale e turistica.