In ogni edicola del Regno Unito, la mattina del 9 settembre 2022, i giornali sono andati a ruba: quel giorno una ed una sola notizia era ovunque, la morte della sovrana Elisabetta II. The Sun commuove nel suo titolo: ”Ti abbiamo amata, Signora“ mentre campeggia sulla prima pagina di molti tabloid inglesi la famosissima fotografia dell’incoronazione della giovane regina, appena venticinquenne, dove fissa davanti a sé l’obiettivo dietro cui vi è quel mondo che lei, sempre attenta, presente ed informata ha visto ruotare attorno a sé in un vorticoso turbinio di incessanti eventi.

Se pensiamo al nome di alcuni storici che oggi vanno per la maggiore e alle loro estemporanee scorribande pseudo-storiche sul Fascismo che sono semplici esternazioni propagandistiche, abbiamo il senso del vuoto incolmabile lasciato da Renzo De Felice. Il Fascismo venne fondato nel 1919, nel 1922 Mussolini fece la Marcia su Roma. Da alcuni anni siamo ossessionati da meri propagandisti ideologici come Scurati che denunciano in Italia il pericolo che la storia, dopo cento anni, si possa ripetere, dimenticando che le condizioni attuali del Paese e le vicende anche molto tragiche vissute dall’Italia in questi quasi cento anni, impediscono il ripetersi di quell’avventura.

(a proposito di occupazione della Jugolsavia e delle foibe)
“Memoria condivisa” è una formula suggestiva ma vuota: sarebbe sicuramente positivo se i popoli (o le comunità, i gruppi, gli stessi singoli individui) approdassero ad una comune lettura del passato che li coinvolge. La realtà è diversa: le “memorie”, proprio in quanto tali, non sono uniche ma plurali, ogni popolo ha la propria, radicata in un sentire sofferto e, insieme, geloso.

La Boemia è un territorio circondato da montagne che ne definiscono i confini e ne determinano il carattere degli abitanti, orgogliosi ed indipendenti. Non è un caso che a Praga sia stato assassinato nel 1942 Reinhard Heydrich, numero due delle SS. In tempi più recenti, il turista vi troverà molti uffici di cambio, perché nessun commerciante accetta pagamenti in Euro, cosa che, invece, altrove è assai diffusa, creando di fatto una doppia circolazione della moneta.

Nel marzo 2004, con un voto pressoché unanime, il Parlamento ha approvato l’istituzione della giornata del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, fissando la data al 10 febbraio, giorno in cui nel 1947 è stato firmato il Trattato di pace che ha assegnato l’Istria, Fiume e le isole quarnerine alla Jugoslavia.

Torino Anni Settanta, o giù di lì. Se avevi un’opinione vagamente dissenziente, se qualcosa nel comportamento degli insegnanti non ti andava, oppure ti opponevi a qualsiasi forma di autorità, anche solo ai vigili urbani, il ritornello non cambiava: “Ma sei Comu?”. Una categoria non ben precisata di rivoluzionario facinoroso che alle madamine proprio non andava già. Per la verità di generi ben presenti nell’immaginario popolare ce n’erano altri due.

Nell’immaginario collettivo Faccetta Nera è talmente legata all’epoca fascista da esserne diventata il simbolo stesso, ma è corretto considerarla in questo modo? Facciamo un po’ di chiarezza, anche analizzando il testo. La canzone, scritta da Renato Micheli e musicata da Ruccione nel 1935, fa riferimento alla imminente campagna italiana per la conquista dell’Etiopia, tesa a formare con le colonie preesistenti, un impero in Africa orientale.

Sono trascorsi cinquant’anni dal tentato golpe Borghese del 7 e 8 dicembre 1970. Fu un fatterello insignificante di pochi insorti piuttosto velleitari, che lo stesso Borghese bloccò sul nascere e che al processo si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati, Borghese compreso, che preferì restare (e morire) in Spagna, dove era fuggito per scampare all’arresto.

In questo autunno 2020, il Time sceglie come tema portante il futuro. ‘The Great Reset’, titolano le sue storiche lettere. Le stesse che hanno campeggiato su ‘uomini dell’anno’ come Nixon e Hitler. How to Build a Better World, come costruire un mondo migliore.

2 agosto 1980, alle 10.25 un boato sconvolge la stazione ferroviaria di Bologna: una valigetta con un ordigno a tempo (23 kg di esplosivo, una miscela di tritolo, T4 e nitroglicerina), scoppia causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio, mentre l’onda d’urto investe il treno Adria Express, fermo sul primo binario, e distrugge 30 metri di pensilina.