Incantato dall’immagine che gli restituisce bellezza e perfezione, Narciso langue sul bordo di uno stagno. E proprio l’illusione che l’inganna, eccita i suoi occhi, scrive Ovidio nelle Metamorfosi. C’è un’autoesaltata scintilla negli occhi degli ingannatori. Foriera del piacere in cui il portatore è immerso. Ma l’inganno genera anche nell’ingannato, oltre che la paralisi della ragione, l’ipnotica, goduriosa fissità nell’immagine stessa. È attraverso il sapiente gioco dell’evocazione d’immagini sempre rimandate e con l’uso non coerente del linguaggio, che l’allumeur tiene in scacco la sua preda, secondo le teorie di Gabriele Lenzi, che in L’Eterna fuga.

Da un’osservazione della società moderna, appare evidente come il pluralismo religioso non sia affatto, come ritenuto da alcuni in passato, un fenomeno sociale transitorio o reversibile, bensì risulta essere un fatto profondamente radicato capace di ridefinire costantemente il contesto culturale di ogni Paese.

Le grandi Civiltà sono sempre state religiose. Tutte le culture umane, in tutti i tempi, a tutte le latitudini, sono sempre state religiose. Prima di essere insieme di usi e norme, la religione è un sentimento primordiale. La parola cultura così come la conosciamo nella società dei consumi, non esiste all’interno delle scienze storiche del mondo antico.