Ormai è chiaro a tutti che viviamo in un’epoca digitale in cui ruolo della connessione è preponderante, siamo al tempo di internet. Con svariate conseguenze, anche sulla nostra percezione: come internet ha cambiato quella del tempo, al tempo di internet? Oggi porzioni sempre più ampie della nostra esistenza sono dematerializzate e poste in rete. Anche solo venti anni orsono avevamo armadi pieni di vinili, di musicassette, di vhs, oggi è tutto sparito, con conseguenze indirette anche sull’arredamento, ma non per questo si ascolta meno musica o si guardano meno film.

Il corona virus potrebbe fare storia, ossia segnare la data d’inizio di una nuova ‘età’ storica, così come Cristoforo Colombo nel 1492 segnò la fine del Medio Evo e la nascita dell’Età moderna.  Esagerato? Forse si, forse no. Non è esagerato pensare che il corona virus possa segnare l’inizio di una nuova età: la battezzerei B.

Il Mondo (quello vero così come quello di Pannunzio) corre verso il futuro. Una corsa inevitabile, oggi più veloce che mai. Un futuro ad alta densità tecnologica, immersivo, invasivo, pervasivo, cristallizzato in una ‘formula del sapere’ che mette l’uomo al centro di un rinnovato umanesimo, digitale e aumentato, tanto sfidante quanto insidioso: conoscenza = esperienza x sensibilità (la formula è di Yuval Harari).