Con l’avvento di Covid 19 stiamo assistendo ad una vera e propria guerra di posizione. Man mano che il Virus avanzava nelle nostre vite ci ritiriamo via via sempre più nelle nostre trincee più intime: le case.

Il periodo tra fine Ottocento e primo Novecento (1870 – 1914) viene ricordato come il periodo delle grandi trasformazioni conseguenti alla rivoluzione industriale che in Italia però ha avuto una progressione più lenta rispetto agli altri grandi Paesi europei.

Siamo all’inizio di un nuovo secolo, meglio, di un nuovo millennio, come solitamente si fa in corrispondenza di questi passaggi epocali, è il momento dei bilanci, oltre che delle previsioni per il futuro, inoltre le elezioni americane ci hanno regalato un donna vice presidente: Kamala Harris, e in questo fermento di valutazioni e avvenimenti, è opportuno parlare di donne.

I progressi scientifici e medici e il miglioramento delle condizioni di vita e dell’alimentazione hanno fatto sentire le loro conseguenze sull’aumento della speranza di vita. Se fino al secolo scorso l’età media era di circa 50 anni, oggi in Italia si arriva a 81 per gli uomini e 85 per le donne.

Il concetto estetico di magrezza racchiude un complesso universo di motivazioni, in cui si mescolano questioni mediche e risvolti patologici, benessere psico-fisico, aspetti culturali e implicazioni socio-antropologiche, con evidenti ripercussioni sulla persona e il suo ruolo sociale.

Il liberalismo non è mai stato di moda in Italia. Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, era considerato un sinonimo di conservatorismo, se non addirittura una forma di reazionarismo, una ideologia al servizio di élite gelose dei propri privilegi e ostili a qualunque forma di giustizia  sociale. Eppure il termine liberalismo era stato nobilitato da figure come Benedetto Croce e Luigi Einaudi,

Che l’Occidente sia in crisi è ormai diventato un luogo comune: pare anzi, stando a quanto una serie di osservatori da un po’ di anni vanno affermando, che il modello occidentale in sé – Stato di diritto più economia di mercato – sia intrinsecamente bacato e quindi destinato al collasso. Eppure le prove a sostegno di questa tesi scarseggiano sia che al concetto di Occidente si dia una interpretazione restrittiva, sia che gli si dia una interpretazione ampia.

Chiunque abbia visitato una megalopoli, soprattutto nei Paesi cosiddetti “del Sud del Mondo”, si sarà reso conto della condizione di insostenibile promiscuità abitativa, dell’affollamento, della scarsa igiene di case e vie e gli sarà venuta in mente  l’immagine di un’enorme gabbia di uno zoo urbano, in cui la cattività è percepita in maniera minore, poiché gli spazi ampi nascondono le sbarre, che non sempre sono fisiche.