FUTURO
NEL 2020 INIZIA L’ETÀ DELLA TRANSIZIONE
Renzo Provedel
La sfida è costituita dagli algoritmi, sempre più potenti.
Ne cito tre:
- il degrado ambientale, che viene spesso indicato come ‘cambiamento climatico’, ma che ora si è allargato ad altri valori come la qualità dell’acqua, dei terreni coltivati, delle particelle sospese nell’aria che respiriamo; insomma è nata l’emergenza ambientale che è oramai diffusa in tutto il mondo; oggi, a Pechino, guardando il cielo non si vede il Sole, oscurato dall’inquinamento dell’aria;
- le diseguaglianze economiche, che significano grandissime differenze di ricchezza e di reddito sia individuale sia tra Paesi; diversi studi hanno calcolato che meno di 100 persone, nel mondo possiedono una ricchezza pari alla metà della popolazione mondiale a partire dalle persone più povere;
- la distanza spirituale nelle persone: il passato sembra un valore lontano, il futuro appare incerto, e non si vive consapevolmente l’oggi; l’ascensore sociale sembra essersi fermato.
- Potremmo cercare ed elencare, per bilanciare quanto scritto sopra, i miglioramenti degli ultimi anni e trovare gli indicatori che monitorino i miglioramenti di tante dimensioni di vita.
Non seguiamo questo impulso di ‘bilanciamento’ per un motivo sostanziale: ci sono emergenze che stanno facendo crescere i rischi e hanno suscitato in tutte le organizzazioni sovrannazionali, come l’ONU e le Fondazioni e Organizzazioni non governative, come alcune Università e alcuni filantropi, l’avvio d’iniziative per dare risposte globali efficaci a questi degradi e per progettare e sperimentare cambiamenti strutturali che offrano il miglior futuro possibile alla popolazione mondiale, che oggi conta circa 8 miliardi di persone e che si dirige verso i 10-11 miliardi per il 2100. Anch’io penso che sia urgente e necessario passare all’azione. Quale filo rosso possiamo usare per pensare ed agire nella direzione efficace di una ‘nuova età’ storica come accennato? Ci sono due aiuti che possiamo accogliere:
– il primo aiuto è esterno: qual è il nuovo scenario che si intravvede e che il corona virus ha “sdoganato” (reso accessibile e fattibile, subito)?
– il secondo aiuto è interno: possiamo cambiare il sistema per capirlo? Serve ‘pensare per sistemi’, oltre il principio di causa – effetto, vedendo il sistema in modo unitario?
5)Futuri possibili. Possiamo vedere il futuro già oggi: sembra un’affermazione forte. Se guardiamo …’vediamo’: serve attenzione! Allora proviamoci. Ibridazione biologica. La sfida è la costruzione del DNA sintetico, fatto cioè da componenti chimici inorganici. Abbiamo già iniziato con i batteri e, nei prossimi anni, saremo in grado di passare agli esseri senzienti, come animali e umani . Oggi è in corso il progetto della ‘cellula sicura’, cioè immune da virus e batteri (prof. George Church, MIT Boston). Le regole, a livello mondo, vietano la sperimentazione di queste tecnologie sugli embrioni. Rischi? La Ricerca è in grado di replicare la vita e la vita emergerebbe e si svilupperebbe in forme diverse da quella naturali. Nuovo paradigma? Homo Deus, titolo del libro di Harari, interpreta bene la situazione attuale. L’evoluzione umana varcherebbe un confine, con un salto logico, emotivo e sociale., con possibili rischi, quali:
- fenomeni biologici fuori controllo per errore o per scelta;
- esiti imprevedibili data la complessità del sistema biologico;
- velocità del cambiamento incompatibile con i valori correnti.
Ibridazione al silicio. La sfida è costituita dagli algoritmi, sempre più potenti. Essi permettono prestazioni verticali ben superiori alle possibilità degli attuali umani. Oggi il riconoscimento facciale è attuato da macchine che imparano (learning machine) e possono individuare le persone analizzando le loro fattezze morfologiche. Al momento questa attività è svolta dalle istituzioni, con o senza adeguate leggi di privacy. In Germania, per regolare il loro potere, sono state approvate dal Parlamento alcune regole che devono essere rispettate dalle macchine al silicio. Rischi? Le prestazioni delle macchine al silicio possono invadere le aree di privacy degli umani, ossia operare senza il controllo di una legge. Si può varcare il confine tra vita ‘in libertà’ e vita ‘controllata’. Nuovo paradigma? Le prestazioni delle macchine al silicio superano quelle umane, almeno in settori verticali. La regolazione delle relazioni tra queste macchine e gli umani appare necessaria. Le leggi dovrebbero essere rivisitate per mantenere il controllo degli umani sulle macchine. Sostenibilità ambientale, sociale, economica. La sfida: la Terra dovrebbe venire considerata un sistema da mantenere in equilibrio: ciò significherebbe la diffusione di un modello di economia circolare. Si dovrebbe applicare la ‘tripletta’ della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Oggi è stata espressa dalla Unione Europea l’esigenza assoluta di riprogettare prodotti e servizi per renderli responsabili; anche i processi produttivi devono diventare ‘responsabili’, cioè soddisfare il modello di economia circolare. Le aziende iniziano ad adottare standard di sostenibilità. Nascono le benefit company. Rischi? La velocità di cambiamento necessaria potrebbe ‘non’ essere compatibile con le capacità di Resilienza degli umani e l’adattamento/cambiamento delle governance economiche e sociali a livello mondo. Nuovo paradigma? Sì: pianeta Terra Green. L’impegno e le capacità dei Governi viene sollecitata; la ricchezza e i redditi dovrebbero re-distribuirsi per ridurre le diseguaglianze attuali. In questo modello la Finanza dovrebbe ri-orientarsi verso modelli ad ‘impatto’, che facilitino la transizione strutturale del capitalismo verso una economia sociale a sostegno dell’impresa e della finanza sociale per una economia a misura d’uomo. Queste parole evocano una individualità melanconica che esprime la sua centralità di vita. Possiamo far nascere un nuovo paradigma che ci guidi nell’età della transizione? Sì, e si può fondare su questa volontà: “il futuro si costruisce insieme”. Molto, forse tutto dipende dalla qualità del comportamento del singolo nella sua relazione con la comunità e con il contesto sociale. La ‘palla’ torna sempre nel nostro campo e dobbiamo giocarla bene. Eh già.