FUTURO

NEL 2020 INIZIA L’ETÀ DELLA TRANSIZIONE

Renzo Provedel

La sfida è costituita dagli algoritmi, sempre più potenti.
1)Età della Transizione 2020 – 2100. Il corona virus potrebbe fare storia, ossia segnare la data d’inizio di una nuova ‘età’ storica, così come Cristoforo Colombo nel 1492 segnò la fine del Medio Evo e la nascita dell’Età moderna.  Esagerato? Forse si, forse no. Non è esagerato pensare che il corona virus possa segnare l’inizio di una nuova età: la battezzerei B. Infatti il fattore B indica la Biologia, che irrompe nello scenario delle consapevolezze degli umani in questo fatale anno 2020, ancorché sia nota da molti anni. La Biologia è entrata nella storia umana ben prima del 2020; abbiamo un ampio ventaglio di possibilità a partire dai cianobatteri che, circa 2,3 miliardi di anni fa, hanno coperto le acque dei mari ed avviato la generazione dell’ossigeno che oggi, col suo quasi 21% , costituisce l’elemento indispensabile per la vita; oppure possiamo ricordare che, solo qualche anno fa, era l’anno 1962, due ricercatori (J.D.Watson e Crick, otterranno il premio Nobel) ‘scoprono’ il DNA, che è, nei fatti, il programma di replica degli esseri viventi, non tutti, ma certo di quelli senzienti, cioè degli animali e degli umani. 2)Biologia: compete con Intelligenza artificiale e Esplorazione Spaziale. Ci sono almeno altri due concorrenti che contendono al corona virus il privilegio di ‘datare’ questo periodo storico, anche se non sembra abbiano tutte le carte in regola: sono l’intelligenza artificiale (IA)  e l’esplorazione dello spazio. Perché non hanno, per ora, le caratteristiche per datare?  La IA è sicuramente un paradigma che ha le sue carte da giocare ma non convince ancora, soprattutto se la valutiamo rispetto alle aspettative, che, per uno dei padri fondatori, lo scienziato Marvin Minsky, erano davvero alte: ‘copiare’ l’intelligenza umana. Siamo ancora ben distanti, anche se sempre di più la IA si specializza, migliorando di alcuni ordini di grandezza, alcune capacità umane specializzate (es. il riconoscimento di un volto), ma la funzione ‘intelligenza’ sembra essere una chimera, almeno oggi.  Poi c’è l’esplorazione spaziale, che ha rallentato la sua corsa, dal suo periodo d’oro, quando atterrammo nel 1969 sulla Luna. La corsa spaziale si è fermata già negli anni ottanta, anche se la stazione spaziale internazionale attira la nostra attenzione. La sonda Voyager 1, che sta navigando oramai fuori dal sistema solare, è stata lanciata nello spazio nell’anno 1977 ed opererà sino al 2025. E’ uscita dal sistema solare nel 2012.  Nel 2019 si trovava a oltre 22 miliardi di chilometri, a  meno di 1 giorno-luce  dalla Terra. Ossia il segnale trasmesso da Voyager 1 impiega un giorno per raggiungere la Terra; tanto per capire che cosa significhi possiamo calcolare la trasmissione di un segnale video da Marte…esso impiegherebbe poco più di 4 ore. 3)Dove va la Biologia. La Biologia si candida a diventare il fattore che potrebbe far iniziare una nuova era storica. La motivazione va cercata, secondo tanti scienziati, nella potenza della replica del DNA: la vita si replica grazie al DNA che trova nelle cellule i nutrienti per la sua replica. Ancorché la replica sia un fenomeno per ora NON REPLICABILE al 100% sinteticamente, usando cioè sostanze inorganiche, ne sappiamo scientificamente abbastanza per avviare e sostenere la replica di esseri viventi elementari. Porto come esempio ciò che ha fatto il centro universitario di Cambridge (UK), che è stato in grado di generare, verso fine 2018, un batterio ibrido, l’escherichia coli, ossia di far replicare un batterio con un DNA sintetico costruito al 100% dagli umani, utilizzando cellule organiche come materiale per la replica. La replica avviene cioè in un contesto cellulare che non è sintetico, ecco perché usiamo la parola ibrido per classificare il fatto. Fate un profondo respiro per accogliere la notizia e notate che ho scritto ‘ibrido’ per significare che gli umani hanno oggi ancora bisogno di un habitat cellulare per rendere possibile la riproduzione automatica del batterio ‘sintetico’, cioè di un batterio che ha un  DNA creato da umani e diverso da quello naturale: non siamo quindi in grado di costruire una cellula sintetica, con componenti inorganici. Siamo a metà dell’opera, o forse ancora più distanti. Il primo antenato della cellula, come la conosciamo oggi negli umani e negli animali, è chiamata dagli scienziati LUCA e si è formata circa 4 miliardi di anni or sono.  Il prototipo del DNA è comparso circa 1 miliardo di anni fa.  L’evoluzione è dunque un enorme patrimonio. Noi abbiamo cominciato a giocare con la Biologia da non più di duecento anni. La Biologia ha uno sviluppo piuttosto complesso; nasce nella seconda metà del settecento, ma solo nei primi anni del 1800 emergono i principi che costituiscono questa branca della Scienza, che sarà anche indicata come ‘Scienza della vita’. La parola biologia appare tra il 1797 e il 1802 a cura di T. G. A. Roose, K. F. Burdach, Lamarck e G.R. Treviranus. Saranno poi Auguste Comte e Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet cavaliere di Lamarck a definirne scopi e tassonomie. Ora potrebbe diventare più chiara e accoglibile  l’idea che siano la Biologia e il corona virus a segnare la fine dell’età moderna nel 2020 e l’inizio di un periodo che chiamerei ‘la transizione’. Che cosa ne dite? 4)Dove siamo oggi: diagnosi. Eh già. Le sfide ci appaiono, oggi, numerose e intrecciate l’una all’altra. Le fonti d’informazione si sono moltiplicate negli ultimi venti anni grazie a Internet, alle comunicazioni con telefoni intelligenti, all’aumento della mobilità tra Paesi e alla globalizzazione di produzioni, scambi e movimento di merci e di persone. Tutto bene? Alcuni fatti sembrano contraddire l’aspettativa di un miglior futuro possibile, perché alcune ‘distanze’ sono aumentate.

Ne cito tre:

  • il degrado ambientale, che viene spesso indicato come ‘cambiamento climatico’, ma che ora si è allargato ad altri valori come la qualità dell’acqua, dei terreni coltivati, delle particelle sospese nell’aria che respiriamo; insomma è nata l’emergenza ambientale che è oramai diffusa in tutto il mondo; oggi, a Pechino, guardando il cielo non si vede il Sole, oscurato dall’inquinamento dell’aria;
  •  le diseguaglianze economiche, che significano grandissime differenze di ricchezza e di reddito sia individuale sia tra Paesi; diversi studi hanno calcolato che meno di 100 persone, nel mondo possiedono una ricchezza pari alla metà della popolazione mondiale a partire dalle persone più povere;
  • la distanza spirituale nelle persone: il passato sembra un valore lontano, il futuro appare incerto, e non si vive consapevolmente l’oggi; l’ascensore sociale sembra essersi fermato.
  • Potremmo cercare ed elencare, per bilanciare quanto scritto sopra, i miglioramenti degli ultimi anni e trovare gli indicatori che monitorino i miglioramenti di tante dimensioni di vita.

Non seguiamo questo impulso di ‘bilanciamento’ per un motivo sostanziale: ci sono emergenze che stanno facendo crescere i rischi e hanno suscitato in tutte le organizzazioni sovrannazionali, come l’ONU e le Fondazioni e Organizzazioni non governative, come alcune Università e alcuni filantropi, l’avvio d’iniziative per dare risposte globali efficaci a questi degradi e per progettare e sperimentare cambiamenti strutturali che offrano il miglior futuro possibile alla popolazione mondiale, che oggi conta circa 8 miliardi di persone e che si dirige verso i 10-11 miliardi per il 2100. Anch’io penso che sia urgente e necessario passare all’azione.  Quale filo rosso possiamo usare per pensare ed agire nella direzione efficace di una ‘nuova età’ storica come accennato? Ci sono due aiuti che possiamo accogliere:

– il primo aiuto è esterno: qual è il nuovo scenario che si intravvede e che il corona virus ha “sdoganato” (reso accessibile e fattibile, subito)?

– il secondo aiuto è interno: possiamo cambiare il sistema per capirlo? Serve ‘pensare per sistemi’, oltre il principio di causa – effetto, vedendo il sistema in modo unitario?

5)Futuri possibili. Possiamo vedere il futuro già oggi: sembra un’affermazione forte. Se guardiamo …’vediamo’: serve attenzione! Allora proviamoci. Ibridazione biologica. La sfida è la costruzione del DNA sintetico, fatto cioè da componenti chimici inorganici. Abbiamo già iniziato con i batteri e, nei prossimi anni, saremo in grado di passare agli esseri senzienti, come animali e umani . Oggi è in corso il progetto della ‘cellula sicura’, cioè immune da virus e batteri (prof. George Church, MIT Boston). Le regole, a livello mondo, vietano la sperimentazione di queste tecnologie sugli embrioni. Rischi? La Ricerca è in grado di replicare la vita e la vita emergerebbe e si svilupperebbe in forme diverse da quella naturali. Nuovo paradigma? Homo Deus, titolo del libro di Harari, interpreta bene la situazione attuale. L’evoluzione umana varcherebbe un confine, con un salto logico, emotivo e sociale., con possibili rischi, quali:

  • fenomeni biologici fuori controllo per errore o per scelta;
  • esiti imprevedibili data la complessità del sistema biologico;
  • velocità del cambiamento incompatibile con i valori correnti.

Ibridazione al silicio. La sfida è costituita dagli algoritmi, sempre più potenti. Essi permettono prestazioni verticali ben superiori alle possibilità degli attuali umani. Oggi il riconoscimento facciale è attuato da macchine che imparano (learning machine) e possono individuare le persone analizzando le loro fattezze morfologiche. Al momento questa attività è svolta dalle istituzioni, con o senza adeguate leggi di privacy. In Germania, per regolare il loro potere,  sono state approvate dal Parlamento alcune regole che devono essere rispettate dalle macchine al silicio. Rischi? Le prestazioni delle macchine al silicio possono invadere le aree di privacy degli umani, ossia operare senza il controllo di una legge. Si può varcare il confine tra vita ‘in libertà’ e vita ‘controllata’. Nuovo paradigma? Le prestazioni delle macchine al silicio superano quelle umane, almeno in settori verticali. La regolazione delle relazioni tra queste macchine e gli umani appare necessaria. Le leggi dovrebbero essere rivisitate per mantenere il controllo degli umani sulle macchine. Sostenibilità ambientale, sociale, economica. La sfida: la Terra dovrebbe venire considerata un sistema da mantenere in equilibrio: ciò significherebbe la diffusione di un modello di economia circolare. Si dovrebbe applicare la ‘tripletta’ della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Oggi è stata espressa dalla Unione Europea l’esigenza assoluta di riprogettare prodotti e servizi per renderli responsabili; anche i processi produttivi devono diventare ‘responsabili’, cioè soddisfare il modello di economia circolare. Le aziende iniziano ad adottare standard di sostenibilità. Nascono le benefit company. Rischi? La velocità di cambiamento necessaria potrebbe ‘non’ essere compatibile con le capacità di Resilienza degli umani e l’adattamento/cambiamento delle governance economiche e sociali a livello mondo. Nuovo paradigma? Sì: pianeta Terra Green. L’impegno e le capacità dei Governi viene sollecitata; la ricchezza e i redditi dovrebbero re-distribuirsi per ridurre le diseguaglianze attuali. In questo modello la Finanza dovrebbe ri-orientarsi verso modelli ad ‘impatto’, che  facilitino  la transizione strutturale del capitalismo verso una economia sociale a sostegno dell’impresa e della finanza sociale per una economia a misura d’uomo. Queste parole evocano una individualità melanconica che esprime la sua centralità di vita. Possiamo far nascere un nuovo paradigma che ci guidi nell’età della transizione? Sì, e si può fondare su questa volontà: “il futuro si costruisce insieme”. Molto, forse tutto dipende dalla qualità del comportamento del singolo nella sua relazione con la comunità e con il contesto sociale. La ‘palla’ torna sempre nel nostro campo e dobbiamo giocarla bene. Eh già.