CINEMA

LIZ TAYLOR, INTERVISTA IMMAGINARIA

Beppe Valperga

“Sì, un grande amore. Qualcuno disse che era il più grande amore della mia vita.”

Come forse qualcuno ricorda, conosco una sensitiva molto dotata, che ha dimestichezza e varie frequentazioni con il mondo – c’è chi dice parallelo al nostro – dell’aldilà, luogo brulicante di spiriti e ombre dei trapassati. Quindi mi sono incamminato verso il suo domicilio e, dopo una lunga passeggiata confortato da una calura piacevole, stavo per suonare alla porta che era accostata.

“Vieni, ti aspettavo, sei qui per Liz Taylor.”

“Sì, però…”

“Senti, non fingere stupore, sai benissimo cosa sono in grado di fare, mi conosci. Via quel sorrisino ironico e non perdiamo altro tempo. Liz sta aspettando.”

Passati nel suo salottino accogliente e in penombra, mi sono seduto e ho subito visto gli occhi che mi fissavano. Occhi viola? In gran numero giornalisti e ammiratori dissero così. Mentre sostenevo quello sguardo serio e indagatore, Liz Taylor prese forma e apparve in tutta la sua straordinaria bellezza.

“Bene, eccomi, cosa desidera da me?”

  • Mi ricordo un suo ritratto, uno scatto del 1979 di Gianni Borzacchi. Eravate amici?”

“Oh sì, da una vita. C’è stato un forte sentimento tra noi. Un bravissimo fotografo, l’ho incoraggiato tante volte. Lo capivo bene. Un giorno gli dissi: Perché non ci sposiamo? Non accadde.”

  • Infatti non accadde. Lei ha avuto sette mariti, si è sposata otto volte, due con Richard Burton. Un grande amore.

“Sì, un grande amore. Qualcuno disse che era il più grande amore della mia vita.”

  • Verità?

“Sì, verissimo. Sono svenuta quando mi diedero la notizia che era morto di emorragia cerebrale il 5 agosto 1984.”

  • Quindi l’amava ancora. Forse è stato un rapporto struggente intriso di romanticismo, direbbe qualche esperto di cronache rosa…

“Affatto. È stato un rapporto importantissimo nella mia vita. Eravamo pazzi d’amore, una follia. Non ne avevamo mai abbastanza, facevamo l’amore il più possibile, cercando di non trascurare il set, stavamo girando Cleopatra, trovavamo fotografi romani ovunque, appostati, seminascosti, affamati di qualunque atteggiamento sembrasse scandaloso. A Roma era normale, eravamo al centro dell’attenzione. Persino l’Osservatore Romano si scagliò contro di me, seppure senza nominarmi, accusandomi di “vagabondaggio erotico”. Ci amavamo, litigavamo, ci facevamo doni preziosi, facevamo colossali bevute. Burton era un gran bevitore e tante donne gli ronzavano attorno. Ci siamo sposati due volte. Nel giugno1973 Dick era un uomo fuori di sé abbattuto dall’alcol. Litigammo furiosamente. Resi nota la separazione il 4 luglio 1973 con questa dichiarazione pubblica: “Sono convinta che sarebbe una buona idea se io e Richard ci separassimo per un po’ di tempo. Forse ci siamo amati troppo. Credo con tutto il cuore che la separazione alla fine ci porterà dove dovremmo essere, cioè insieme. Augurateci ogni bene per questo momento difficile. Pregate per noi.” E pensare che il nostro amore non era una novità. Nel 1953 Burton mi vide distesa su una sdraio sul bordo della piscina della villa di casa Granger. Mi guardò a lungo, ricambiai il suo sguardo esplicito. Disse a chi lo circondava – soprattutto compagni di bevute e ragazze avvenenti – che ero di una bellezza straordinaria, sontuosa, di una generosità incontenibile, davvero troppo. Io ero al secondo marito,

Michael Wilding, attore noto che aveva vent’anni più di me. Sì, ero giovane e bella e non immaginavo che ci saremmo innamorati pazzamente.”

  • Non c’è dubbio, ma mi parrebbe opportuno ricordare che Liz Taylor non è stata solamente la splendida protagonista di un grandissimo e notissimo amore nel secolo scorso, ma molto, molto di più.

“Sicuro?”

  • Lei, Elizabeth Rosamund Taylor, è nata il 27 febbraio 1932 a Hampstead Garden Suburb di Londra, nel Regno Unito. Inglese, poi divenne americana. È stata l’ultima grande diva dell’era d’oro di Hollywood, alta un metro e 57 centimetri con rarissimi e luminosi occhi viola che la resero una tra le più singolari bellezze cinematografiche, adorata da stuoli di fan, femmine e maschi. Forse la più bella e interessante tra le dive.

“Vero, persino le comparse romane di Cleopatra mi avevano applaudito a lungo…”

  • Già, una gran signora, una grande attrice con una personalità straordinaria.

“Ho sempre guadagnato bene e credo di aver saputo usare bene la mia ricchezza.”

  • Anche e soprattutto su questo non c’è dubbio. Paladina della lotta all’AIDS, sempre decisa nel sostenere le sue idee, nel 1975 si offrì come sostituta per gli ostaggi del gruppo di terroristi palestinesi del dirottamento di Entebbe.

“Ho sostenuto Israele. Nel 1959, a 27 anni, dopo nove mesi di studio mi sono convertita all’Ebraismo assumendo il nome ebraico Elisheba Rachel (prima facevo parte del Cristianesimo scientista). Ho dedicato la mia vita al sionismo e alle cause legate a Israele. Ho acquistato in larga scala bond israeliani.”

  • Infatti ha scatenato il boicottaggio arabo dei suoi film. Le fu pure impedito di fare riprese di Cleopatra in Egitto nel 1962.

“Vero.”

  • Non basta, ha sempre avuto enormi consensi di critica.

“Vero, magari mi desideravano.”

  • Per forza. Liz Taylor aveva una altissima carica erotica, ebbe un ruolo chiave nella rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, era l’immagine di sessualità disinibita (oggi direbbero l’icona). Inoltre fu una delle prime attrici di livello a posare quasi nuda su Playboy e sempre tra le prime ad apparire senza veli in un film di circuito. Fu l’esempio di precoce sensualità in “Un posto al sole” (1951).

“Vero, voglio ricordare che George Cukor disse che possedevo la più rara delle virtù: semplice gentilezza.”

  • Non dimentichiamo riconoscimenti e premi: due Oscar, quattro Golden Globe, tre David di Donatello, un premio BAFTA. E forse il più significativo nel 1993, l’Oscar Premio umanitario Jean Herzholt per le sue attività di beneficenza, in particolare per la lotta contro l’AIDS. L’American Film Institute nel 1999 la inserì al settimo posto tra le più grandi star della storia del cinema. Rimase attiva nei suoi impegni sociali anche quando fu costretta a girare in carrozzina. Liz Taylor ci ha lasciati a 79 anni, il 23 marzo 2011.

Mentre dico queste parole non la vedo più, ho la vaga sensazione di ricevere un bacio, la mia amica sensitiva sorride maliziosa e mi accompagna alla porta.