ATTUALITA’
EPPUR SI MUOVE: KAMALA HARRIS E IL DESTINO DELLA DONNA
Eugenia Toni
L’evoluzione reale del femminino sta in questo: uscire dall’uomo e donarsi all’umanità.
“Sono la prima, ma non sarò l’ultima”. Sono queste le parole pronunciate da Kamala Harris per il suo primo discorso a Wilmington in North Carolina. Kamala è la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti. Nel 2020 la presenza di una donna importante nell’ambito della politica o della scienza viene salutata come situazione eccezionale, nonostante il mondo femminile abbia raggiunto una migliore indipendenza economica e l’evoluzione culturale abbia favorito l’ingresso della donna nelle posizioni apicali. Uno degli aspetti meno valutati, insieme all’analisi che di certo attribuisce forti responsabilità ad una società incentrata sulla cultura maschilista, è in una verità di tipo culturale. L’uomo è stato culturalmente facilitato nel dedicarsi a cose generali, a differenza delle donne che, precluse da questa dimensione, si sono ripiegate verso l’interno, al punto tale da manifestare poi reali difficoltà nell’immaginare e desiderare condizioni differenti. L’autonomia di genere è dunque una dinamica che deve affiancare alle lotte per i diritti un processo lungo quanto doloroso di una reale autonomia interiore. La verità è che la donna cerca l’uomo e non l’umanità a cui trasmettere tutta la propria capacità creativa e il proprio pathos.
Ed è il motivo per cui la sofferenza dell’abbandono assume per il genere i contorni del lutto: ad andarsene non è un uomo, ma tutto un mondo interiore creato per lui. Accade che la donna investa nell’uomo gran parte della sua crescita interiore, centralizzando l’esperienza amorosa. La costante che ha accomunato molte figure letterarie, da Antigone a Medea, passando per Elena, Penelope e Didone, è il diritto di dire l’essere nella pienezza totalizzante dell’esperienza amorosa. È l’amore che muove con insistenza e pulsione l’esistenza muliebre, il motore trasformante che esplode facendosi luce nitida della coscienza. Il compito, o la sfida, di una donna è quindi il sentire come persona, e non in quanto donna in un ruolo legato alla presenza maschile, nell’assunzione di responsabilità che nasce dal resistere, resistere alla tentazione di perdersi nell’altro. L’evoluzione reale del femminino sta in questo: uscire dall’uomo e donarsi all’umanità. Perché è la vita ad essere sorgente, mai un’altra persona.